Fattore tubarico ed infertilità

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La sterilità femminile da fattore tubarico rappresenta, oltre che la principale causa femminile di infertilità, una delle principali indicazioni a un ciclo di fecondazione in vitro (FIV).
I progressi compiuti in tale campo dalla medicina consentono oggi una accurata valutazione della entità del danno, del grado di compromissione dell’organo e delle cause che lo hanno determinato.

98 L’incidenza è molto variabile in base ai diversi studi condotti; rappresenta il 16-40% di tutte le cause femminili di infertilità e negli ultimi anni sembra non aver subìto grosse modificazioni nonostante i progressi della prevenzione e della terapia.

L’integrità anatomica della tuba è indispensabile per garantire un suo corretto funzionamento.
Le funzioni della tuba sono molteplici: trasporto e nutrimento dei gameti, captazione ovulare,
mantenimento di un ambiente adatto alla fecondazione, trasporto e nutrimento dello zigote .
Il funzionamento della Tuba di Falloppio è, quindi, molto complesso e risulta adeguato a
condizione che siano rispettate le seguenti condizioni anatomico-funzionali :
Padiglione adeguatamente aperto;
Organo libero da aderenze;
Integrità dello strato muscolare;
Pervietà del lume tubarico;
Integrità della mucosa ciliata.

Le cause del danno tubarico sono molte.
Infiammazioni, infezioni, interventi chirurgici addominali che possono provocare aderenze dei tessuti (iatrogena), endometriosi e malformazioni congenite possono essere causa di infertilita tubarica.

Modificazioni funzionali ed anatomiche postflogistiche delle tube di Falloppio e del peritoneo circostante possono essere determinate da:
Malattie Sessualmente Trasmissibili
ALTERAZIONI CONGENITE
OBLITERAZIONI PARZIALI O TOTALI
ENDOMETRIOSI > 35 %

sdTECNICHE DIAGNOSTICHE:
ecografia, isterosalpingografia,isterosonografia, isteroscopia, laparoscopia
Lo studio morfologico e funzionale della tuba oggi effettuato con tecniche poco invasive ed ambulatoriali quali ISG, sonoisterografia o a tecniche diagnostiche più invasive come la Laparoscopia o la Idrolaparoscopia
Un accurato inquadramento diagnostico consente la scelta dell’opzione terapeutica più giusta che può essere l’approccio microchirurgico per via laparoscopica o la PMA.
L’associazione microchirurgia-PMA consente la soluzione del problema in più della metà delle donne affette da patologia tubarica

ETIOPATOGENESI DEL DANNO TUBARICO
Causa infiammatoria:
il processo infiammatorio (secondario ad infezione tubo-peritoneale, ad un processo endometriosico o ad un intervento chirurgico) determina attivazione dei linfociti e macrofagi e conseguente produzione di prostaglandine e citochine, crea aderenze dovute all’azione dei fibroblasti e al deposito di fibrina, distrugge la tonaca muscolare e danneggia le cellule ciliate che non hanno nessuna tendenza alla rigenerazione. Quando il processo infiammatorio cessa, spontaneamente o in seguito a trattamento, possono persistere esiti come Agglutinazione delle Fimbrie, Scleroatrofia o Ipertrofia della tonaca muscolare, Deciliazione della mucosa.
Da tutto ciò consegue un’ obliterazione totale o parziale, uni o multifocale, che può essere corretta chirurgicamente. Possono inoltre persistere focolai infiammatori che assumono un’evolutività cronica.

Causa infettiva:
è la causa più frequente di lesioni tubo-peritoneali (80%).
La Clamidya Trachomatis è il germe più spesso evidenziato attraverso la ricerca diretta su tampone cervicale, meglio se associato a quello uretrale, nonché alla sierodiagnosi.
La Neisseriae Gonorreae rappresenta, a seconda delle statistiche, il 5-32% delle salpingiti acute.
Gli anaerobi si associano spesso alla Clamidya e ai Gonococchi mentre appare ancora controverso il ruolo di Ureaplasma Urealitycum e di Mycoplasma Hominis.
La Tubercolosi Genitale rappresenta solo il 6-10% delle cause infettive di lesione tubo-peritoneale. Nei paesi in via di sviluppo, invece, la tubercolosi rimane ancora fortemente endemica. Tuttavia i flussi migratori hanno contribuito negli ultimi anni ad una ricomparsa del fenomeno anche in paesi in cui appariva completamente debellata compresa l’Italia.
La frequenza di questa malattia è diminuita in maniera considerevole dal 1950 con lo sviluppo della vaccinazione di massa, della terapia antitubercolare e con il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie.
I fattori di rischio per processi infettivi sono rappresentati, oltre che dalle Malattie Sessualmente Trasmessibili, anche dai dispositivi contraccettivi intrauterini, dalle manovre intrauterine diagnostiche o/e terapeutiche senza adeguata asepsi ed antisepsi.
Causa iatrogena: tutti gli interventi chirurgici all’interno della cavità addominale favoriscono la comparsa di aderenze pelviperitoneali con un rischio minore per gli interventi eseguiti in laparoscopia.
Malformazioni congenite: diverticoli congeniti, tube accessorie, assenza di segmenti tubarici, sindromi DES, patologia delle ciglia immobili

CONCLUSIONI
L’approccio diagnostico alla sterilità da Fattore Tubarico oggi deve valutare non solo l’aspetto morfologico di pervietà, ma anche la funzionalità delle salpingi e del tratto utero – tubarico.
Il grado di ostruzione tubarica può essere parziale o totale e l’apparente pervietà bilaterale può associarsi a danneggiamento della mucosa e del sistema ciliare, come ad alterazioni dello spessore della parete della salpinge. Anche la compromissione dello strato muscolare determina alterazione dell’attività peristaltica e aumentato rischio di gravidanza extrauterina.
Inoltre, gli ultimi studi associano la presenza di idrosalpinge ad un minore tasso di successo e aumento di abortività nei cicli di PMA, pertanto la Salpingectomia o l’Agoaspiarazione della sacca eseguita prima della FIV sembra migliorare l’outcome riproduttivo.

Alla luce di quando esposto, lo studio morfologico e funzionale della tuba, effettuato con tecniche più o meno invasive, risulta oggi necessario anche prima di intraprendere un programma IVF/ICSI con indicazione diversa dal fattore tubarico

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