Viola, mamma con l’omologa

Come inizia la sua storia?

La mia storia inizia dopo un anno di matrimonio, non arrivava un figlio naturalmente e decido di fare una visita in cui scopro di avere una cisti ovarica. Il ginecologo mi prescrive la pillola anticoncezionale. Mi consiglia di prenderla a oltranza per tenere sotto controllo il problema, ‘tanto sei giovane, mi dice’. Vi lascio immaginare la mia totale insoddisfazione, apparentemente non c’era nessun problema. Per andare a fondo alla questione si controlla anche mio marito e scopre di avere un problema di motilità degli spermatozoi. Lui decide di operarsi di varicocele nonostante il medico lo sconsigliava, lo stesso medico che aveva minimizzato la questione altre volte, andava cambiato immediatamente. Nel 2017, dopo due anni, decido di cambiare ginecologo.

Quando ha deciso di ricorrere alla fecondazione assistita?

Dopo due anni persi con un ginecologo che non mi curava adeguatamente, decisa a cambiare medico incontro per caso la dottoressa Piazza del centro Genesy di Palermo, a volte il destino prende strade inimmaginabili. L’ho considerato un segno, la mia buona stella aveva trovato la strada. Quel momento ha cambiato per sempre la mia vita e quella di mio marito.


Secondo lei c’è una adeguata informazione sulla fecondazione assistita?

No, è ancora un tabù. Poi come sapete bene tutti pensano che le cose succedono solo gli altri, una vera assurdità… ci sono molti pregiudizi. Ne ho parlato solo con le persone care e ho coinvolto molto i miei genitori. Fra le assurdità che ho sentito sulla fecondazione assistita molti chiedono se la gravidanza sarà normale come tutte le altre… Bisognerebbe parlare di più di queste tematiche, l’ignoranza è il vero nemico.


Quando ha deciso di rivolgersi alla dottoressa Piazza? È stata consigliata da qualcuno o l’ha scoperto sul web o altri media?

L’ho conosciuta per caso, lei è straordinaria, sensibile e precisa. Un mix di competenza e capacità empatica, direi davvero perfetta. Tutto lo staff del centro Genesy di Palermo merita dieci e lode.
Abbiamo fatto una fecondazione di I livello e non è andata. Poi siamo passati al II livello e la prima volta non siamo andati avanti perché ero in iperstimolo. Poco tempo dopo abbiamo eseguito la fecondazione e sono rimasta subito incinta ma ho perso il bambino. Vi lascio immaginare lo sconforto ma non c’era solo questo, ero felice perché mi ero resa conto di poter restare incinta, non era scontato…La positività è importante come lo è l’unione di coppia, è stato fondamentale considerare l’infertilità di mio marito come una questione di coppia e mai come un problema solo suo.

Cosa ha provato quando ha scoperto di essere incinta?

Paura, ho fatto tanti test di gravidanza negli anni e avevo giurato di non farne più, quindi fatto ho fatto direttamente le beta. Non ci credevo, già la prima volta il bambino l’avevo perso in maniera asintomatica, quindi mi aspettavo di perderlo da un momento all’altro… Solo dopo il quinto mese quando l’ho sentito muoversi ci ho creduto e la gioia non si può descrivere.


Cosa si sente di consigliare alle coppie che vogliono intraprendere lo stesso percorso?

Consiglio di vivere l’infertilità come un problema di coppia e non personale, di avvicinarsi ancora di più. Ingoiare bocconi amari ma non mollare. Se vengono scoperti altri problemi di salute, meglio così, serve a procedere con maggiore sicurezza. L’amore è quello che spinge ad affrontare tutto, in bocca al lupo!